Qui troverai le Normative vigenti e le detrazioni fiscali sfruttabili, oltre che le risposte alle domande più frequenti in merito a Contabilizzazione del calore, Riscaldamento e Climatizzazione di chi, come te, vuole entrare nel mondo Sarci!
TU CHIEDI
SARCI
RISPONDE - DOMANDE FREQUENTI
CERCHI RISPOSTE?
1. Cosa sono i contabilizzatori di calore?
I contabilizzatori di calore sono piccoli dispositivi che, quando applicati a contatto con la superficie del termosifone, sono in grado di misurare il calore emesso da quest’ultimo, calcolandone così il consumo effettivo.
2. Come funziona un contabilizzatore di calore?
Per funzionare, i contabilizzatori di calore devono essere installati su ogni termosifone, così da poterne misurare il consumo energetico.
Ogni contabilizzatore è dotato di un dispositivo di comunicazione che invia i dati di consumo ad una centralina esterna o da palmare o da antenna mobile che raccoglie i dati e determina quanto ha consumato ciascun appartamento.
Di solito, la ripartizione dei consumi viene affidata ad una ditta specializzata che si occupa di tutto il processo: dall’installazione dei contabilizzatori di calore, fino al rilevamento e l’analisi dei dati di consumo raccolti e ripartizione dei costi.
Con l’installazione dei contabilizzatori di calore, la spesa complessiva di gas del condominio verrà suddivisa in base alla ripartizione di calore effettiva.
3. I contabilizzatori di calore possono essere manomessi?
I contabilizzatori di calore vengono appositamente progettati con diverse protezioni volte ad evitare la manomissione.
Quando vengono installati e fissati al termosifone, i contabilizzatori possiedono in primis un sigillo collegato ad elementi specifici per l’anti-manomissione. Infatti, in caso di tentativo di manomettere il contabilizzatore, oltre ai segni evidenti sul sigillo.
4. Perché il termosifone è metà caldo e metà freddo?
Può succedere che pur accendendo la caldaia correttamente, i termosifoni si scaldino solo per metà.
Quando i termosifoni si riscaldano solo a metà non c’è da preoccuparsi, infatti questa circostanza è del tutto normale.
Soprattutto nel caso in cui sia stata impostata una determinata temperatura, quando il termostato registra che è stata raggiunta, lo comunica alla caldaia che, di conseguenza, inizia ad erogare meno potenza.
In queste circostanze, è normale vedere che solo la parte bassa del termosifone (o solo la parte alta) resta calda mentre il resto è freddo, è un meccanismo normalissimo che entra in atto per garantire un riscaldamento costante di tutti gli ambienti della casa.
Al contrario, nel caso in cui la temperatura impostata non è stata raggiunta e il termosifone è caldo solo per metà, allora potrebbero esserci problemi al termostato.
5. Quale unità di misura è associata agli scatti dei contabilizzatori di calore diretti?
L’unità di misura utilizzata per il calore è il kWh (kilowattora) o la kCaloria (ad oggi meno utilizzata).
Nel caso degli impianti di riscaldamento, ciò che trasferisce l’energia in un appartamento è l’acqua calda che, arrivando dalla caldaia ad una certa temperatura, cede calore all’ambiente e torna in caldaia a temperatura minore: per misurare il contenuto energetico che l’acqua calda lascia in un appartamento, bisogna misurare la portata Q (litri al secondo o al minuto) d’acqua circolante ed il salto di temperatura Dt °C, che questa subisce tra mandata e ritorno.
Lo schema di installazione del contabilizzatore di calore prevede che l’impianto di un singolo appartamento abbia una tubazione di ingresso ed una tubazione di uscita. Il contabilizzatore viene collegato tra le due tubazioni e può così rilevare la portata circolante (componente volumetrica del contatore come se fosse un semplice contatore d’acqua) e la differenza di temperatura tra mandata e ritorno.
In questo modo è possibile ottenere la misura dell’energia che dipende sia dalla portata che dalla differenza di temperatura.
6. Quale unità di misura è associata agli scatti dei contabilizzatori di calore indiretti?
Questo tipo di contabilizzazione prevede l’installazione dei contabilizzatori di calore,più propriamente detti in questo caso ripartitori , su ogni radiatore. (A differenza di quella diretta in cui il contabilizzatore è unico e posto all’ingresso dell’appartamento). I ripartitori tramite due sonde di temperatura misurano il calore ceduto dal radiatore alla stanza e lo trasformano in “unità contabilizzate” (ovvero il numero che di solito compare sul dispaly del ripartitore). Queste unità contabilizzate sono in realtà numeri adimensionali che permetteranno di effettuare il riparto sulla base dei dati complessivi del condominio.
7. Cosa sono le valvole termostatiche?
Le valvole termostatiche sono dei regolatori che servono per limitare il flusso dell’acqua calda all’interno dei termosifoni, e quindi per regolare la temperatura all’interno delle singole stanze dell’appartamento.
Ogni termosifone presente nell’abitazione dovrà avere una valvola termostatica correttamente installata.
Le valvole termostatiche sono composte da 3 elementi:
- Corpo della valvola, con pistone e otturatore
- Manopola, che serve ad impostare la temperatura che si desidera all’interno dell’appartamento
- Bulbo di dilatazione, che permette alla valvola di attivarsi e funzionare correttamente
Per funzionare, le valvole termostatiche non necessitano di collegamento alla corrente elettrica infatti, grazie al materiale contenuto al loro interno (cera, liquido o gas), le valvole termostatiche sono in grado di rilevare la temperatura esterna e, in base a quella, regolare il calore emanato dai termosifoni.
8. Come funzionano le valvole termostatiche?
Le valvole termostatiche possono essere regolate da un minimo di 0 fino ad un massimo di 5; ogni numero corrisponde ad una temperatura.
I gradi erogati dal termosifone aumentano di 5 in 5 a partire dai 10 gradi del livello 1 segnato sulla valvola termostatica:
- il livello 1 corrisponde a 10° C
- il livello 2 corrisponde a 15° C
- il livello 3 corrisponde a 20° C
- il livello 4 corrisponde a 25° C
- il livello 5 corrisponde al massimo calore che il termosifone può emanare
Questo vuol dire che tenendo la valvola sul 3, una volta che nella stanza vengono raggiunti i 20° C il termosifone viene ‘isolato’ dall’impianto centrale interrompendo il riscaldamento di quell’ambiente fino a quando la temperatura sarà scesa e la valvola si aprirà di nuovo rimettendo il termosifone in attività.
Basterà impostare ogni valvola sul numero corrispondente per avere sempre la temperatura desiderata in ogni stanza.
9. Perché utilizzare le valvole termostatiche?
Utilizzare le valvole termostatiche, seppure comporti un investimento iniziale considerevole, nel lungo termine apporta sicuramente un risparmio, in quanto un utilizzo razionale della distribuzione del calore porta ad un risparmio di combustibile e, di conseguenza, anche di soldi e di anidride carbonica dispersa nell’ambiente.
In linea generale si utilizzano le valvole termostatiche per un risparmio energetico ed economico, in quanto è stato calcolato che diminuire di un grado la temperatura dell’appartamento consente di risparmiare circa il 5% sulla bolletta annuale.
10. Perché la valvole termostatiche fanno rumore?
Può succedere che, dopo l’installazione, le valvole termostatiche portino dei fastidiosi problemi di rumore.
Questo può essere sicuramente causato da un montaggio scorretto delle valvole, ma non è mai questa la ragione nella maggior parte dei casi.
Il motivo più frequente del rumore provocato dalle valvole termostatiche è dovuto al fatto che queste ultime sono “a 2 vie”, ovvero regolano sia la quantità di acqua calda che circola nel termosifone sia quella che invece passa attraverso il circuito secondario. Questo va a provocare un funzionamento irregolare della pompa dell’acqua e un conseguente riscaldamento eccessivo dell’acqua nella zona della caldaia, con un conseguente fastidio rumore.
11. In estate, ad impianto spento, in che posizione devo lasciare le valvole termostatiche?
In estate, una volta spento l’impianto di riscaldamento, è necessario ricordarsi di posizionare tutte le valvole termostatiche in corrispondenza del valore di massima apertura, ovvero il livello 5.
Così facendo si andrà a ridurre la probabile formazione di sedimenti, e di conseguenza non si andrà a compromettere il funzionamento dell’intero impianto nel momento in cui la caldaia verrà riaccesa.
12. E' obbligatorio installare le valvole termostatiche?
Si. Seconda la normativa tutti i condomini con impianto di riscaldamento centralizzato devono essere dotati di contabilizzatori di calore e di valvole termostatiche, in modo da: quantificare il consumo di ogni singolo condomino e regolare la temperatura del riscaldamento in ogni singolo locale della casa per evitare degli sprechi di energia.
Le valvole termostatiche devono essere installate su tutti i radiatori presenti all’interno dell’abitazione. Essendo l’impianto di riscaldamento a circuito chiuso, ogni componente va ad influire sul comportamento dell’altro. Un singolo radiatore senza valvola termostatica, infatti, lavorerebbe in modo errato e non conforme rispetto agli altri con valvole installate, andando quindi a creare problemi sull’intero impianto condominiale.
13. Come regolo la temperatura in casa?
La temperatura all’interno dell’abitazione è regolabile attraverso l’utilizzo delle valvole termostatiche, che vengono applicate ai singoli termosifoni in sostituzione delle valvole manuali. Questi dispositivi consentono di impostare, attraverso una manopola graduata, la temperatura desiderata nei diversi ambienti.
Una volta fissata la temperatura, la valvola regola automaticamente l’afflusso di acqua calda al termosifone, permettendo di mantenere la temperatura desiderata (e soprattutto contenere i consumi).
Facciamo un esempio: con le valvole termostatiche è possibile assicurarsi una temperatura gradevole in bagno evitando di surriscaldare inutilmente altre stanze della casa, in quanto la temperatura di ogni radiatore può essere impostata su valori differenti.
14. Il radiatore non si scalda o non si scalda in modo omogeneo, da cosa dipende?
Se trovate che il vostro termosifone non scalda nella parte alta ma è caldo nella parte bassa, allora è probabile che sia presente aria all’interno dell’impianto di riscaldamento. A causa dell’aria, l’acqua calda in fondo al calorifero non sarà in grado di raggiungere la parte alta dell’apparecchio fino a quando non sarà rimossa. Questo problema è facilmente risolvibile e richiede lo sfiatamento del termosifone, in modo da eliminare qualsiasi aria intrappolata al suo interno.
Al contrario, per un termosifone freddo nella parte bassa se la causa non è dipendente dalla valvola termostatica che sta svolgendo correttamente il suo lavoro, il problema è leggermente più difficile da risolvere, in quanto nella maggior parte dei casi, lo sfiatamento non è sufficiente.
Generalmente questo problema è dovuto all’accumulo di sporcizia nella parte inferiore del termosifone, che non permette all’acqua calda di raggiungere ogni colonna del termosifone. Radiatori con grossi addensamenti di sporcizia possono rendere il riscaldamento della stanza incredibilmente difficile, oltre a far aumentare i costi delle bollette; per questo motivo, è importante che il problema venga individuato e risolto il prima possibile.
15. Se il termosifone fa rumore cosa significa?
Il rumore proveniente dai termosifoni è solitamente dovuto dalla presenza di bolle d’aria. Queste, ostruendo il passaggio dell’acqua calda, generano un fastidioso borbottio. Ma il rumore è forse il problema minore. Le bolle d’aria all’interno del termosifone, infatti, comportano un riscaldamento non omogeneo: in questo caso il termosifone avrà una temperatura diversa tra le sue parti orizzontali. Di conseguenza anche il calore nella stanza non sarà ottimale.
16. Si può chiudere un termosifone?
Si, è possibile chiudere un solo termosifone dell’impianto girando la sua manopola in senso orario.
Questo permette, nel caso in cui ci siano dei termosifoni in stanze dell’abitazione che non vengono utilizzate e non hanno bisogno di essere riscaldate, in primis di riservare più calore concentrato negli ambienti che lo necessitano, e poi di risparmiare in generale sul consumo per il riscaldamento dell’ambiente.
17. In quali ore l’impianto di riscaldamento può restare sempre acceso?
Con il sistema di contabilizzazione del calore e la termoregolazione, è possibile che l’impianto resti sempre acceso. Ognuno all’interno della unità immobiliare potrà regolare la temperatura ed il tempo di accensione in ogni ora del giorno.
In ogni caso, Roma viene inserita nella fascia climatica D, per cui la durata di accensione degli impianti termici non dovrebbe superare le 12 ore giornaliere di accensione, nel periodo dal 1 novembre al 15 aprile, con eccezione per gli impianti centralizzati dotati di contabilizzatori e valvole termostatiche e di una termoregolazione in Centrale Termica con programmazione su almeno due livelli giornalieri. In questo caso la prescrizione è che oltre le 12 ore di accensione, negli appartamenti non si potranno raggiungere più di 18°C.
18. Il sistema centralizzato favorisce un concreto risparmio?
Il sistema di riscaldamento centralizzato favorisce certamente un risparmio perché gli appartementi si riscaldano e si raffreddano tutti insieme mantenendo tutti l’inerzia termica. Per verificare basta fare un confronto tra la bolletta di un appartamento termoautonomo e quella di un appartamento con riscaldamento centralizzato.
19. Come si legge un contabilizzatore di calore?
Per iniziare il contabilizzatore è identificato univocamente da un numero di matricola di 8 cifre posizionato nella parte bassa sotto il codice a barre.
L’apparecchio è provvisto di un display sul quale è possibile leggere le unità di riscaldamento consumato.
Sul display vedrete alternarsi diverse sequenze ognuna della quali ha permanenza di 3 secondi prima di passare alla successiva.
Le sequenze di vostro interesse sono:
– Quella dove compare solo 1 numero costituito da 5 cifre (senza nessuna lettera) che identifica IL CONSUMO ATTUALE
– Quella dove compare un numero di 5 cifre con in alto a sinistra la lettera “M” che identifica IL CONSUMO DELLA STAGIONE PRECEDENTE
Alla fine della stagione di riscaldamento la sequenza del consumo attuale si azzera e il valore registrato viene storicizzato.
Il display del vostro contabilizzatore di calore può anche riportare altri messaggi speciali, che vengono visualizzati in caso di problematiche:
– OPEN: il contabilizzatore è stato aperto, ovvero staccato dalla sua base di ancoraggio mediante manomissione del sigillo sottostante che ne garantisce l’integrità di funzionamento. In questo caso il contabilizzatore deve essere riprogrammato da un nostro tecnico.
– ERROR: il contabilizzatore ha smesso di funzionare, in questo caso il contabilizzatore deve essere sostituito.
20. Come funziona un contatore d’acqua?
ll funzionamento del contatore dell’acqua è molto semplice, il flusso dell’acqua che passa va ad incidere su una turbina posizionata all’interno del contatore.
La turbina è una rotellina con delle palette che gira grazie alla circolazione dell’acqua. La velocità di rotazione è direttamente proporzionale alla portata dell’acqua: più la turbina gira velocemente maggiore è il volume dell’acqua che scorre.
La turbina, a sua volta, aziona un dispositivo interno che attraverso degli ingranaggi fa girare i numeri che ruotano e che indicando il consumo.
Esistono diverse tipologie di modello per i contatori dell’acqua: a getto singolo o multiplo, a lancetta, meccanici o elettronici.
Tra i vari modelli esistono quelli che hanno un display digitale per la lettura dei consumi.
21. Come si ripartisce la quota a millesimi?
La ripartizione prevede l’individuazione di 2 quote da ripartire: la quota fissa e la quota variabile:
– Quota fissa: è quella parte di consumo involontaria che riguarda le perdite di distribuzione dell’impianto, le spese di manutenzione ordinaria e di gestione del servizio di lettura. Spese che vengono ripartite sulla base delle “nuove tabelle millesimali” calcolate seconda la UNI 10200
– Quota variabile: è quella parte di consumo volontaria dipendente quindi dalla volontà del singolo condomino che sceglie di accendere il riscaldamento e che imposta attraverso le valvole termostatiche la temperatura desiderata.
Quindi pagherà solo la quota fissa (involontaria) l’utente che tiene per tutto l’inverno il riscaldamento spento, o è un distaccato con la caldaia autonoma. Solitamente la quota fissa corrisponde ad una percentuale variabile tra il 20% ed il 30% dei consumi totali per il riscaldamento condominiale.
22. Quali sono i termini per l’installazione dei contabilizzatori?
La contabilizzazione del calore è un obbligo entrato in vigore in Italia il 19 Luglio 2014, data di pubblicazione del decreto legislativo 102/2014 in GU, che prevede che gli impianti di riscaldamento centralizzato dei condomini debbano essere dotati di contatori individuali.
Dopo diversi rinvii e proroghe, l’ultima scadenza per l’adeguamento obbligatorio dei condomini era stato fissato per il 30 Giugno 2019.
23. Quali sono i contabilizzatori da preferire?
I contabilizzatori di calore, come quasi la totalità dei prodotti che vengono acquistati, rispondono al principio secondo cui più la marca è conosciuta e diffusa su larga scala più il prodotto avrà una maggiore affidabilità.
In ogni caso, qualunque sia la marca scelta è bene sapere che TUTTI i contabilizzatori di calore hanno come scopo quello di “misurare il calore scambiato dal radiatore”; possono farlo utilizzando algoritmi differenti a seconda della casa costruttrice ma ai fini della determinazione del consumo il risultato non cambia. Quello che cambia invece, e su cui si deve focalizzare l’attenzione dell’utente interessato, è la differenza tra un contabilizzatore a “sistema aperto” e un contabilizzatore a “sistema chiuso”.
I contabilizzatori a sistema chiuso rispondono a programmi di scarico e di decodificazione dei dati in possesso della sola ditta installatrice; questo significa che nessun’ altra ditta al di fuori di quella che ha progettato e installato il sistema di contabilizzazione sarà in grado di leggere i dati all’interno dei contabilizzatori e di conseguenza di fare una ripartizione dei costi del riscaldamento in modo corretto.
Al contrario i contabilizzatori a sistema aperto possono essere accessibili da qualunque ditta, oltre quella installatrice, che sia in possesso degli strumenti di lettura per la specifica marca di contabilizzatori installati: qualunque ditta, quindi, potrà scaricare i dati, codificarli ed utilizzarli per un corretto riparto dei consumi. Per questo motivo è preferibile installare contabilizzatori a sistema aperto, così che se dovessero insorgere problemi con la ditta installatrice, il condominio sarà libero di rivolgersi ad altre ditte presenti sul mercato senza particolari problemi.
24. Come avviene il montaggio del ripartitore?
I contabilizzatori di calore vanno applicati su ogni radiatore presente nelle singole unità abitative e va applicato su una piastrina di ancoraggio posizionata al centro del radiatore ad un’altezza pari al 75% del radiatore. in presenza di radiatori bassi la cui altezza non supera i 50 cm, i contabilizzatori dovranno essere posizionati al centro del radiatore ad un’altezza pari al 50%.
25. Come controllo se il contabilizzatore di calore funziona correttamente?
Per verificare che il vostro contabilizzatore funzioni correttamente potete fare una prova: a termosifone completamente freddo verificate se la sequenza che indica il consumo attuale continua a “camminare”. C’è da dire che possono esserci delle anomalie, soprattutto in estate. Infatti, i moderni contabilizzatori hanno due sensori: uno misura la temperatura del radiatore, l’altro quella dell’aria. Se la differenza di temperatura è superiore ai 3 gradi (in alcuni casi 4) il contatore inizia a scattare. Questo può accadere soprattutto in due casi, e sempre d’estate:
1. il sole riscalda il termosifone, che di conseguenza diventa più caldo della stanza in cui si trova;
2. durante il giorno la stanza raggiunge i 30-32 gradi e i termosifoni i 29-30 gradi; di sera, poi, la temperatura della stanza scende anche di una decina di gradi, mentre quella dell’acqua contenuta nei radiatori cala molto più lentamente. A quel punto partono i contatori, e si fermeranno solo quando anche i termosifoni, a notte inoltrata, raggiungeranno una temperatura inferiore ai 28 gradi.
26. Dove si legge la lettura del contabilizzatore?
La lettura dei contabilizzatori di nuova generazione, ovvero quelli in grado di comunicare tramite onde radio, viene effettuata da personale incaricato e specializzato grazie all’utilizzo di antenne Wireless in grado appunto di “comunicare” con i contabilizzatori di calore e quindi di leggere il consumo rilevato dallo stesso fino a quel momento. I dati di consumo sono sempre a disposizione dell’utente che in ogni momento può verificare e controllare l’andamento dei suoi consumi.
27. Quando si deve pulire un condizionatore?
La pulizia vale per tutti i tipi di condizionatori, ma soprattutto per quelli utilizzabili soltanto in estate. Durante i mesi invernali, infatti si accumula una quantità di polvere e germi all’interno dei filtri, che possono essere rimessi in circolazione quando si accende il condizionatore senza aver effettuato una pulizia accurata.
È buona norma pulire il condizionatore tra Aprile e Maggio, prima del suo utilizzo dopo che è stato tenuto spento per molto tempo.
28. Quando va fatta la manutenzione della caldaia?
La manutenzione della caldaia, detta tecnicamente prova fumi, o Controllo di Efficienza Energetica, è obbligatoria per impianti di potenza superiore a 10Kw ed è finalizzata al contenimento del consumo dell’energia in un quadro di azioni volto al risparmio energetico ed economico.
Il controllo comprende l’analisi della combustione, la misura del rendimento della caldaia che non deve essere inferiore ai limiti di legge, una valutazione dell’efficienza energetica del generatore e una consulenza sui possibili interventi atti a migliorare la prestazione energetica dell’impianto in modo economicamente conveniente.
I controlli sono programmati periodicamente per legge in base ai seguenti criteri:
– Generatori con potenza inferiore a 100KW: ogni quattro anni
– Generatori con potenza superiore a 100KW: ogni due anni.
Al termine delle operazioni, l’operatore provvederà a redigere e sottoscrivere uno specifico Rapporto di Controllo di Efficienza Energetica, che andrà allegato al libretto di impianto come richiesto dalla normativa vigente. I rapporti di efficienza energetica andranno poi inviati all’Ente preposto.
29. Quando si deve pulire la caldaia?
La pulizia della caldaia risulta fondamentale per mantenere l’efficienza energetica, contenere i consumi e preservare il generatore da danneggiamenti.
Diventa ancora più importante quando si parla di caldaie a condensazione essendo apparecchi più delicati e avendo le serpentine di scambio più piccole rispetto ad un generatore tradizionale con passaggi ristretti che tendono ad ostruirsi più facilmente.
Normalmente le operazioni di pulizia sono scadenzate dai fabbricanti ed indicate nel libretti di uso e manutenzione delle caldaie.
Il linea generale è importante in ogni caso effettuare almeno un lavaggio ogni anno oppure ogni 3.000 ore di funzionamento.
Le operazioni di lavaggio vengono eseguite con appositi prodotti defanganti, decalcificanti e non corrosivi diversi da caldaia a caldaia e dipendenti dal materiale con cui è realizzato il generatore. I prodotti vengono lasciati circolare per il tempo necessario dopo di ché viene eseguito un risciacquo.
Pulendo regolarmente i generatori, se ne preserva l’integrità e si mantiene elevato il rendimento con conseguente aumento della vita utile delle caldaie e notevole risparmio economico negli anni.
30. Quando devo sostituire la caldaia?
La caldaia deve essere obbligatoriamente sostituita quando dai controlli di efficienza energetica si evince in modo incontrovertibile che il generatore non è più in grado di raggiungere il valore di minimo di rendimento prescritto dalla legge.
Quando, anche se il rendimento rientra nei minimi di legge, il valore è tale da non giustificare la convenienza economica di spesa del combustibile nell’anno rispetto a una nuova caldaia.
In tutti i casi in cui la caldaia non assolve più al fabbisogno degli utenti.
31. Chi è il terzo responsabile?
In materia di efficienza energetica degli impianti di climatizzazione invernale ed estiva, nel corso degli anni, l’Italia ha compiuto numerosi passi avanti, con la normativa che è stata aggiornata per accogliere le richieste dell’Unione Europea e soddisfare le nuove esigenze di sostenibilità ambientale.
Di seguito, tutto quello che c’è da sapere sulla figura del terzo responsabile, introdotta in Italia con il D.P.R n. 74 del 16 aprile 2013, in vigore dal 12 luglio 2013.
32. Quando è obbligatorio il terzo responsabile?
Il terzo responsabile è la figura professionale o, più frequentemente, l’azienda a cui viene delegata la responsabilità dell’impianto termico centralizzato per la climatizzazione invernale ed estiva.
Nel caso dei condomini viene nominato dall’amministratore – che ne propone la nomina all’assemblea condominiale – mentre per gli altri immobili, come gli istituti di qualsiasi natura, strutture ricettive o gli impianti industriali, è scelto dal proprietario.
Ma quando è obbligatoria questa figura?